
I VIAGGI DELL’UOMO NELLO SPAZIO – RIPERCUSSIONI IN AGRICOLTURA E NUOVE TECNOLOGICHE
L’attualità ci spinge a considerare nuovi scenari e condizioni di vita imprevedibili.
La situazione in cui viviamo oggi non può più essere considerata come punto di riferimento per attrezzarci e adattarci nel futuro.
Siamo quindi sempre più inclini a riflettere su cosa ci può portare lo sviluppo di tecnologie e materiali adatti a situazioni estreme che poi vengono utilizzate anche dall’industria standard.
Spesso nella produzione di auto e macchinari, ma anche nelle attrezzature sanitarie, sono stati impiegati materiali e procedure originariamente messi a punto per utilizzi pensati per i veicoli spaziali e per i loro equipaggi.
Il settore aerospaziale si trova nel pieno della quarta rivoluzione industriale, lo Spazio 4.0., un’era caratterizzata dall’ingresso di nuovi attori privati che danno uno slancio commerciale competitivo, dinamico e flessibile al mercato.
Un settore in precedenza riservato alle istituzioni pubbliche che ora vede una maggiore integrazione delle tecnologie digitali in tutti i settori.
Anche la transizione ecologica influenza e caratterizza l’era Spazio 4.0, spingendo l’interesse non solo verso la ricerca d’innovazione tecnologica, ma anche verso pratiche e materiali sostenibili, al fine di ridurre l’impatto ambientale delle attività spaziali, come ad esempio lo sviluppo di razzi riutilizzabili e con motori ibridi.
Dal cemento che ricicla la cenere al fertilizzante a lento rilascio, passando per gli occhiali da sci che filtrano la fastidiosa luce blu, negli anni sono stati ideati brevetti finanziati dalla NASA che hanno avuto, o stanno avendo, successo commerciale in tutto il mondo.
Spesso ci si chiede se valga davvero la pena investire miliardi di dollari nelle missioni spaziali e nella ricerca nel campo della fisica e dell’astrofisica. Allo stesso tempo in molti non sanno che decine e decine di invenzioni pensate per lo spazio e create (nella maggior parte dei casi) da ricercatori della NASA vengono utilizzate da anni nella nostra vita quotidiana. Dal rivestimento antigraffio degli occhiali (in origine dedicato alle visiere dei caschi degli astronauti) al materiale memory foam di cui molti materassi sono fatti (utilizzato nello spazio per proteggere dagli urti gli astronauti), passando per i dispositivi senza filo a batteria (la tecnologia risale a quando nel 1960 la Black & Decker e la Nasa idearono la prima trivella usata sulla Luna) e gli apparecchi ortodontici “invisibili” (il materiale TPA – translucent polycrystalline alumina – è stato sviluppato dal NASA Industrial Application Center).
I TRATTORI E I VEICOLI COL PILOTA AUTOMATICO – C’è un altro brevetto che ha un importante utilizzo nella vita quotidiana, anche in agricoltura. Si tratta, forse, di uno dei maggiori contributi all’umanità che la NASA abbia mai dato: la tecnologia GPS (Global Positioning System). In questo caso specifico non parliamo di navigatori di grido, bensì di trattori automatizzati e autonomi che si servono della tecnologia GPS e della correzione satellitare per essere spostati, monitorati e controllati a distanza in tutta sicurezza. I ricevitori che permettono la guida remota dei trattori sono poco costosi e non richiedono la presenza di antenne radio nelle vicinanze, e per questo possono essere utilizzati in tutto il mondo. La guida automatizzata riduce il tempo e le risorse necessarie per la cura dei campi e aumenta la resa delle colture.
La sicurezza è uno dei punti fondamentali, i robot porta attrezzi radiocomandati non espongono direttamente l’operatore a rischi indotti dalle attività lavorative quali rumore, vibrazioni, esposizione a gas di scarico, ribaltamento del mezzo, proiezione di materiali; altra nota positiva è data dall’aderenza al terreno in ogni direzione fino 55° con Speciale disegno dei cingoli, Speciale coppa dell’olio e Baricentro ribassato.
I riduttori di velocità per la Trasmissione di Potenza ampiamente utilizzati su questo tipo di macchine e in altre applicazioni di diversi settori come le portattrezzi radiocomandate sono quelli elencati di seguito:
– Le macchine mobili, semoventi e cingolate hanno bisogno di motoriduttori epicicloidali specifici come quelli della Serie 600 che garantiscano durabilità, affidabilità e potenza, con costi di manutenzione contenuti e bassa rumorosità.
– I riduttori epicicloidali 700CE Bonfiglioli associati a un motore elettrico ad elevata densità di potenza sono progettati appositamente per i sistemi di trasmissione ibridi ad alta tensione. Includono un motore elettrico integrato IPM (a magneti permanenti) che non richiede manutenzione, e che offre notevoli vantaggi in termini di dimensioni ed efficienza. Il design del motore è flessibile dal punto di vista del raffreddamento in quanto può essere sia ad aria che a liquido. Alcune di queste soluzioni possono essere applicate anche ad altri tipi di macchine cingolate off-highway di nuova generazione nel settore delle costruzioni. La classe di protezione del motore è IP67, per consentirne l’utilizzo in esterni su terreni accidentati. L’unità può essere provista anche di un freno negativo a commando idraulico (SAHR).
– I riduttori della serie 700C Bonfiglioli rappresentano la miglior soluzione per qualsiasi macchina cingolata. Grazie al design compatto e robusto, caratteristiche di coppia e carico elevato e tenute lifetime, queste soluzioni offrono la migliore opzione possibile per la vostra macchina. Tutte le unità sono disponibili con freno di stazionamento negativo (SAHR) e nella maggior parte dei casi offrono la possibilità di installare motori idraulici integrati a cilindrata fissa o variabile.
FERTILIZZANTI A LENTO RILASCIO – Per andare su Marte bisogna prima di tutto cercare di procacciarsi il cibo in loco. Per questo sulla ISS anni fa è partito il programma Veggie, un sistema di produzione per alimenti freschi in schiera che utilizza LED rossi e blu e un particolare fertilizzante a rilascio lento. In particolare, il fertilizzante utilizzato dagli astronauti sulla Stazione spaziale internazionale è il frutto della collaborazione di un’azienda della Florida con la NASA, permette di controllare il rilascio dei nutrienti per evitare il deflusso massimizzando il beneficio per la pianta. Il fertilizzante utilizzato sulla ISS e oggi in tutto il mondo ha un rapporto azoto-fosfato-potassio di 14-4-14 che sembra perfetto se applicato ogni 100 o 180 giorni.
Un fattore critico di successo della Space Economy è sicuramente determinato dalla disponibilità delle risorse economiche da parte dei soggetti coinvolti.
Ad oggi gli sforzi dei principali player sono infatti concentrati sull’accessibilità economica per poter permettere lo sviluppo della Space Economy, in particolare attraverso nuove infrastrutture di terra (basi di lancio e spazioporti). Queste infrastrutture non sono solo punti di partenza dei lanciatori, ma offrono servizi di ingegneria, di logistica, di recupero e ricondizionamento, e di supporto operativo. Ad esempio in Puglia è in corso la costruzione del primo spazioporto in Italia concentrato sul trasporto suborbitale: un tipo di missione spaziale in cui un veicolo attraversa la linea di confine dell’atmosfera terrestre senza raggiungere la velocità necessaria per rimanere in orbita intorno alla Terra, quindi, ha un ritorno naturale sulla Terra dettato dalle leggi fisiche. Questo è esattamente quello che hanno fatto lunedì 14 maggio le donne vip con l’equipaggio del volo Blue Origin che sono state nello spazio.
Il volo suborbitale ha la durata di poco più di 10 minuti e raggiunge un’altitudine di 100 chilometri, portando le passeggere appena sopra la linea di Kármán, un confine invisibile tra l’atmosfera terrestre e lo Spazio. L’equipaggio di Blue Origin ha avuto la possibilità di sganciarsi brevemente e fluttuare in assenza di gravità prima di tornare nel deserto del Texas con un atterraggio assistito da paracadute.
L’ampliamento delle infrastrutture di terra e l’evoluzione dei vettori hanno creato un contesto ideale per la crescita del mercato relativo alle operazioni di lancio.
Ma dai disturbi che colpiscono gli astronauti al ritorno dallo spazio, arrivano pure indicazioni per prevenire e curare malattie dell’invecchiamento sulla Terra. La microgravità sperimentata a bordo, impone al corpo umano effetti negativi che possono essere paragonati a un processo di invecchiamento anticipato e accelerato. Se ciò può sembrare dannoso, in realtà rappresenta un’opportunità unica per la scienza. Infatti, la simulazione di invecchiamento rapido può essere invertita e analizzata in profondità. Inoltre, in microgravità il cervello deve adattare i suoi meccanismi di elaborazione delle informazioni, offrendo preziose tracce sulle capacità cognitive umane e aprendo la strada a prossime generazioni di esploratori anche civili.
La medicina spaziale sta fornendo strumenti di precisione per contrastare l’inarrestabile trascorrere degli anni, attraverso personalizzazione di farmaci, attività fisica e dieta in base al profilo molecolare del singolo individuo. Si vanno studiando e affinando programmi di intelligenza artificiale capaci di diagnosticare patologie prima ancora della comparsa dei sintomi, biopsie liquide che con un prelievo di sangue riconoscono le “spie” di diversi tipi di tumore, e persino “gemelli digitali” degli astronauti, modelli virtuali, cioè, che, simulando la fisiologia dell’individuo, prevedono l’evoluzione delle malattie. Fino ai più avanzati sistemi di telemedicina, e alle nuove frontiere di farmacogenomica. Tutte innovazioni studiate per gli astronauti, ma che potranno aiutare anche noi “terrestri”.
Con un contributo tutt’altro che marginale della scienza made in Italy, l’unica salvezza per la nostra industria è l’innovazione e la continua curiosità degli ingegneri.
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