𝗩𝗜𝗦𝗜𝗧𝗔 𝗩𝗜𝗥𝗧𝗨𝗔𝗟𝗠𝗘𝗡𝗧𝗘 𝗜 𝗡𝗢𝗦𝗧𝗥𝗜 𝗠𝗔𝗚𝗔𝗭𝗭𝗜𝗡𝗜 𝗖𝗢𝗠𝗘 𝗦𝗘 𝗙𝗢𝗦𝗦𝗜 𝗤𝗨𝗜
Da un punto di vista visivo i droni sono degli alleati preziosi da utilizzare per effettuare riprese davvero particolari e in movimento. Si chiama Telerilevamento o Aerial Mapping e consiste nell’acquisizione di immagini e video dall’alto mediante Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR), comunemente noti come droni. Questa modalità di ripresa permette di acquisire un punto di vista unico e privilegiato. La veduta a volo d’uccello, rappresentazione dall’alto, secondo la visuale propria degli uccelli o di un aereo in volo, è una tecnica particolarmente in voga in ambito industriale fin dallo “scorcio” dell’Ottocento che permetteva all’osservatore di cogliere, con un solo colpo d’occhio, tutto lo sviluppo fisico e urbano, grazie ad un punto di visuale ottenuto con sorprendenti capacità di astrazione e fisicamente irraggiungibile e posto tra i 200 e i 400 metri di altezza. Era questo, un genere, che, a partire dalla fine del Quattrocento, aveva impegnato pittori, ingegneri militari e cartografi nella realizzazione di vedute prospettiche dei principali centri urbani d’Europa, affinato e sviluppato poi dai cartografi e dagli editori olandesi tra il Cinque ed il Seicento, e che avrebbe trovato, nel XVIII secolo, Giovan Battista Piranesi tra i suoi maggiori epigoni.
Le vedute “a vol d’oiseau”, sorta di “ritratti di città” che possono considerarsi le antenate delle fotografie aeree, scattate per la prima volta solo nel 1858, quando Nadar fissò le immagini di Parigi da 400 metri di altezza a bordo di un pallone aerostatico, rispondevano a precisi obiettivi di comunicazione e di celebrazione del potere locale, configurandosi in qualche misura come precursori della moderna pubblicità.
Tali vedute, esibite in quadri perlopiù monocromi di grandi dimensioni negli uffici aziendali, divengono ben presto il soggetto di cartoline postali pubblicitarie, ma pure di “sigilli” apposti in apertura delle carte da lettera o delle buste, come intestazione della corrispondenza e “definizione” del soggetto produttore.
In alcuni casi, rinunciando al disegno, viene utilizzata la stessa fotografia aerea, “abbassando” di tono con la tecnica del fotoritocco l’ambiente circostante, così da fare emergere in maniera specifica l’edificio o il complesso di interesse.
Queste particolari tipologie di “panorami” ben si prestavano alla rappresentazione della “fabbrica”, intesa come organismo autosufficiente, formata da numerosi e differenti edifici, raccordati da strade e piazzali, così da costituire una piccola “città del lavoro”: un mondo deputato a produrre “cose” e descritto attraverso le cose: officine, magazzini, ciminiere, tettoie, abitazioni, giardini, in uno spazio “fuori del tempo”, dove il dinamismo che si cela entro quelle mura.
Oggi la tecnologia ci consente il qui e ora con una rappresentazione che dal punto di vista sensoriale ci dà l’impressione di poter quasi toccare con mano l’atmosfera che si vive negli ambienti di lavoro della nostra sede.
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