GIRA IL MONDO GIRA – RIDUTTORI EPICICLOIDALI- PLANETARIO o SATELLITARE
Il riduttore epicicloidale è un organo meccanico che riesce a modificare i rapporti di velocità tra l’albero d’ingresso e quello di uscita.
La serie 300M di Bonfiglioli è una soluzione eccellente per i settori industriali Heavy Duty infatti, grazie al suo design modulare, può essere personalizzata per adattarsi agevolmente ai requisiti di un’ampia gamma di applicazioni. La serie 300 offre dunque la massima flessibilità grazie alle numerose configurazioni in ingresso e in uscita, disponibili per tutte le 20 grandezze della serie ed inoltre può essere equipaggiata con una vasta scelta di motori elettrici prodotti da Bonfiglioli: sia asincroni IEC (BN-BE-BX) che a riluttanza (BSR).
La trasmissione è realizzata da tre componenti: ingranaggio solare, porta-satelliti, corona a dentatura interna.
Due possono essere i casi: i tre componenti sono liberi di ruotare, dunque si ottiene un differenziale epicicloidale; quando uno dei tre componenti è fisso, si ottiene il riduttore epicicloidale in tre diverse configurazioni.
Per mezzo di queste ultime, il movimento rotatorio viene trasmesso con diverso rapporto di riduzione e trasmissione coppia. In particolare si può scegliere quale dei tre elementi, aventi asse coassiale all’asse principale del rotismo, mantenere fisso, utilizzando gli altri due elementi rispettivamente per l’albero di ingresso e di uscita della trasmissione di potenza.
Come sappiamo le conoscenze scientifiche sul moto dei pianeti non sono state da sempre chiare nella mente dell’uomo e questo ha fatto sì che si sviluppasse un’idea antropocentrica che poneva gli esseri umani al centro di tutto, e quindi il pianeta su cui viveva, considerando tutto il resto come conseguente al suo moto. Nell’immaginario, vedendo che il sole sorge e tramonta, fin da bambini ci viene spontaneo immaginare che il sole compia un giro intorno alla terra, visto che ogni giorno appare e scompare all’orizzonte.
In seguito si è sviluppata la teoria della relatività che pone i diversi attori sempre in relazione tra loro ma in modi totalmente diversi.
Ecco quindi i principali componenti che concorrono al funzionamento di questo meccanismo ispirati ai satelliti e al moto planetario.
Pignone sull’albero motore (solare) che dà lo start al rotismo; Portatreno (o portasatelliti) calettato al pignone motore, conferisce moto ai satelliti; Satelliti, ruote dentate esterne; Corona circolare, a dentatura interna, che ingranando con i satelliti permette il rapporto di trasmissione.
Pignone e corona si muovono simultaneamente, il planetario è bloccato mentre i satelliti sono in fase di stasi. Tutti gli elementi sono liberi, i satelliti ruotano attorno ai loro perni, il portatreno rimane immobile.
La corona ed il pignone girano in senso opposto con diverse velocità angolari.
Planetario fermo. Il pignone conduttore costituisce l’ingresso, la corona l’uscita; allora i satelliti condotti ruotano in direzione opposta al pignone mentre la corona condotta ruota in senso concorde al senso del di rotazione pignone.
Corona immobile. Il pignone costituisce l’ingresso, il portatreno l’uscita. Questo è il massimo rapporto di demoltiplicazione ottenibile da un rotismo epicicloidale.
La corona costituisce l’uscita. Il pignone è fermo, il portatreno è l’ingresso. Questa configurazione permette di ottenere un rapporto demoltiplicatore medio
Non si può mai sapere dove porta una conoscenza acquisita e neppure quale ispirazione possa sviluppare un’idea.
Pensiamo alla straordinarietà delle forze che concorrono al moto ma anche ai vincoli che sottendono all’interdipendenza delle varie parti.
Si dice satellite naturale, o talvolta più impropriamente luna con l’iniziale in minuscolo, un qualunque corpo celeste che orbita attorno a un corpo diverso da una stella, come ad esempio un pianeta, un pianeta nano o un asteroide.
Per estensione si indica col termine di satellite qualunque oggetto che orbiti intorno a un altro oggetto di massa più grande, ad esempio una galassia nana che orbita attorno a una galassia di dimensioni maggiori si chiama galassia satellite.
Il Sistema Solare è composto dal Sole, da 9 pianeti, tra i quali la Terra, e da un insieme di tantissimi corpi celesti minori, le comete e gli asteroidi, dei quali non si conosce il numero. Pianeti, asteroidi e comete ruotano tutti intorno al Sole, ciascuno lungo un’orbita diversa: un’ellisse, della quale il Sole occupa uno dei fuochi. Tutti rispettano le tre leggi di Keplero. I pianeti, mentre percorrono la loro orbita intorno al Sole, ruotano contemporaneamente attorno al proprio asse; come quando calci un pallone ed esso si mette a ruotare su se stesso mentre si muove in orizzontale.
Ogni corpo rotante soggetto alla forza centrifuga, la stessa che ci spinge verso l’esterno quando ci troviamo su una giostra in movimento.
Tutti i satelliti, dei quali sia stato possibile misurare la velocità di rotazione, hanno rotazione sincrona, cioè il loro periodo di rotazione è uguale al periodo di rivoluzione intorno al pianeta: essi pertanto ruotano, come la Luna intorno alla Terra, rivolgendo al pianeta sempre lo stesso emisfero. Ciò è prodotto dalle forze di marea esercitate dal pianeta, le quali rallentano la rotazione di un satellite, fino a portarlo nello stato di rotazione sincrona.
Agli effetti delle forze di marea si attribuiscono anche altre caratteristiche dinamiche dei satelliti. Le orbite di tre dei maggiori satelliti di Giove (Io, Europa e Ganimede) sono spaziate in modo che il periodo di rivoluzione di Europa è doppio di quello di Io, mentre il periodo di Ganimede è, a sua volta, doppio di quello di Europa.
Non si tratta di una coincidenza casuale, ma di un fenomeno di accoppiamento (o risonanza) gravitazionale prodotto dalle forze di marea che agiscono fra questi corpi: se il periodo di rivoluzione di uno dei tre satelliti dovesse cambiare, gli altri due modificherebbero i loro periodi ripristinando la situazione di equilibrio iniziale.
Si è anche trovato che i tre satelliti si muovono sulle rispettive orbite in modo che non possano mai trovarsi tutti e tre allineati dalla stessa parte di Giove.
Alcuni satelliti, detti coorbitali, condividono una medesima orbita. Il caso più notevole è quello di Teti, Calipso e Telesto, che descrivono intorno a Saturno la stessa orbita, quasi perfettamente circolare, dando vita a una singolare situazione dinamica: infatti, i due satelliti più piccoli, Calipso e Telesto, occupano sull’orbita i punti di Lagrange, cioè le posizioni di equilibrio stabile per un corpo soggetto all’attrazione gravitazionale di Teti e del vicino Dione.
Per quando concerne le dimensioni, la maggior parte dei satelliti naturali sono molto più piccoli della nostra Luna, alcuni addirittura hanno dimensioni paragonabili a quelle degli asteroidi. Fanno eccezione alcuni satelliti di Giove (Ganimede, Callisto,Io, Europa) e uno di Saturno (Titano). In particolare Ganimede, con un diametro di circa 5300 Km (diametro della Luna 3480 Km), è in assoluto il più grande del sistema solare, seguito da Titano (diametro= 5150 Km) e Callisto (diametro = 4820 km). Tutti gli altri sono più piccoli della luna di cui una decina con diametro maggiore di 1000 Km e gli altri con diametri minori di 500 km fino a 10 Km.
Si dice che “il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”. Questa frase, dal film The Butterfly Effect del 2004, non deve spaventarci, anche se riflette la realtà.
L’illusione che ognuno possa coltivare il proprio giardino noncurante di ciò che avviene intorno porta inevitabilmente a aspettative disattese.
Edward Lorenz fu il primo, nel 1962, ad analizzare l’effetto farfalla in uno scritto pubblicato nel 1963 preparato per la New York Academy of Sciences. Secondo tale documento, “un meteorologo fece notare che se le teorie erano corrette, un battito delle ali di un gabbiano sarebbe stato sufficiente ad alterare il corso del clima per sempre“. Lorenz scoprì l’effetto quando osservò che nello sviluppo di un modello meteorologico, con dati di condizione iniziale arrotondati in modo apparentemente irrilevante, non si sarebbero riprodotti i risultati delle analisi con i dati di condizione iniziale non arrotondati. Un piccolo cambiamento nelle condizioni iniziali aveva creato un risultato significativamente diverso. In discorsi e scritti successivi, Lorenz usò la più poetica farfalla, forse ispirato dal diagramma generato dagli attrattori di Lorenz, che somigliano proprio a tale insetto, o forse influenzato dai precedenti letterari (anche se mancano prove a supporto). “Può, il batter d’ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?” fu il titolo di una conferenza tenuta da Lorenz nel 1972.
Alan Turing, in un saggio del 1950, anticipava questo concetto:
«Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l’uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza.»
(Alan Turing, Macchine calcolatrici e intelligenza, 1950)
A conti fatti, perciò, una singola azione può determinare imprevedibilmente il futuro: nella metafora della farfalla si immagina che un semplice movimento di molecole d’aria generato dal battito d’ali dell’insetto possa causare una catena di movimenti di altre molecole fino a scatenare un uragano, magari a migliaia di chilometri di distanza.
FUTURE is KNOCKING AT OUR DOOR – preserve our planet, save life on earth.