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    RIDUTTORI PER ESTRAZIONE – COME L’ORO NERO HA SALVATO LE BALENE

    Nel 1859 che il giovane John D. Rockefeller, inviato da una società finanziaria a ispezionare il pozzo di Drake, durante la trivellazione di un pozzo che il giacimento non pareva offrire reali prospettive di profitto.

    Predizione che avrebbe smentito lui stesso diventando uno degli uomini più ricchi del mondo, segnando così la fine della dipendenza dell’uomo dalle balene come fonte di olio.

    La caccia al petrolio aveva inizialmente lo scopo di sostituire l’olio di balena per l’illuminazione. Prima della scoperta della risorsa, macchinari e ferrovie usavano l’olio di balena. Con parti del corpo si fabbricavano sapone, cosmetici e prodotti farmaceutici, con i fanoni si realizzavano ombrelli, busti e corsetti. Senza il petrolio i cetacei sarebbero probabilmente scomparsi dagli oceani.

    Per quanto lo sfruttamento commerciale di una delle più preziose risorse del mondo sia un fenomeno moderno, il petrolio è conosciuto da migliaia di anni. I Sumeri, gli Assiri e i Babilonesi usavano il bitume nel 3000 a.C. come aggregante nelle costruzioni e per incastonare i gioielli. Il bitume è petrolio grezzo salito alla superficie attraverso il suolo ed essiccato dal sole.

    Il petrolio si usava per l’illuminazione e per pulire la seta, la luce era fondamentale, insieme al calore, per poter vivere e non esistevano efficienti Led a bassissimo consumo, lampade che durano anni; lo stoppino intriso di olio illuminava scarsamente intorno a sè richiedendo una quantità di energia enorme e che forse oggi illuminerebbe un’intera strada.

    Già nel 300 d.C. il petrolio veniva usato dai cinesi che lo scoprirono incidentalmente scavando in miniere di sale poste sopra giacimenti petroliferi. Sia i cinesi sia gli indiani d`America usavano il petrolio come medicina.

    Nel 1850, un chimico industriale scozzese, James Young, brevettò un processo per raffinare olio grezzo dal carbone e dagli scisti bituminosi. Raffinò poi quest’olio in paraffina, e il prodotto si dimostrò così competitivo rispetto all’olio di balena, che vennero rapidamente costruiti degli impianti di raffinazione vicino alle miniere di carbone.

    Drake ebbe fortuna, perché, ovunque si trovi, il petrolio è il risultato di una serie di incidenti geologici. Si ritiene che questa sostanza derivi dalla decomposizione di miliardi e miliardi di piccole piante acquatiche e di animaletti che si sono trasformati in petrolio nel corso di lunghissime ere geologiche con l’aiuto della pressione delle rocce sovrastanti. Il petrolio si è formato soltanto alle latitudini tropicali. I depositi dell’Alaska, del Mare del Nord e di altre località lontane dai tropici sono giunti alla loro ubicazione attuale grazie alla deriva dei continenti.

    Il petrolio rimane nel sottosuolo soltanto nelle zone ricoperte da strati di roccia perfettamente impermeabili e i geologi sono sempre alla ricerca di questi enormi serbatoi. Ma anche con gli strumenti più sofisticati, è impossibile sapere con sicurezza se il petrolio c’è, finché non viene trivellato il pozzo.

    Una volta, quando la trivellazione raggiungeva un giacimento, in superficie scaturiva un enorme getto di petrolio spinto dai gas compressi del sottosuolo. A volte ci volevano vari giorni per controllare quell’eruzione.

    Nel 1901, per esempio, nel Texas un getto di quel genere sperperò 120 milioni di litri di petrolio, prima di essere domato. Quando finalmente il pozzo entrò in produzione, rimanevano soltanto 56 milioni di litri nel giacimento. Ma con le tecniche attuali, si può ovviare a questi inconvenienti.

    Il petrolio è prelevato tramite l’utilizzo di pozzi petroliferi, si tratta di un buco di grandezza e profondità diversa, che viene praticato nella superficie o in fondo al mare, necessario per poter tramite una pompa estrarre il petrolio dai giacimenti individuati. Un quinto della produzione mondiale di petrolio viene dal mare. Per estrarlo vengono usate piattaforme di trivellazione offshore, cioè in mare aperto.

    La costruzione di siti di estrazione e di macchinari per l’estrazione di petrolio o gas richiede l’utilizzo di macchine in grado di sollevare e posizionare carichi pesanti e talvolta pericolosi con precisione e sicurezza. In questo settore le tempistiche dei cantieri sono sempre più brevi, mentre il lavoro viene svolto in condizioni talvolta difficili.

    Consapevoli di questi aspetti, sono state progettate macchine ad alte prestazioni che rendono più facile il lavoro dei costruttori. Disponibili in diverse versioni, queste macchine hanno tutte le caratteristiche necessarie per la costruzione di infrastrutture estrattive. Qualunque sia la natura del terreno, aiutano a svolgere ogni operazione, compresa la movimentazione, il carico e il trasporto di unità di produzione, di unità di slittamento, componenti di piattaforme di perforazione o container. Modelli di sollevatori telescopici rotativi, carrelli elevatori o piattaforme aeree semoventi. Tutte le macchine sono multifunzionali. Cambiando gli accessori in pochi minuti (argani, forche, cestelli) si ottengono nuova funzioni d’uso. La versatilità degli accessori è ideale per eseguire tutte le operazioni di costruzione con una sola macchina.

    La serie 700T Bonfiglioli rappresenta la soluzione più efficiente e sicura per tutte le applicazioni con movimento di rotazione come le gru, escavatori ed altre macchine nei settori della costruzione, agricolo e miniera.

    La serie 700C Bonfiglioli con coppie elevate e spazio ridotto permette l’impiego in piattaforme di perforazione da 180 a 400 tonnellate e consente soluzioni di rotazione e controllo della perforazione in grado di trasmettere coppie fino a 42.000 Nm

    La quantità di petrolio nel mondo è però limitata.
    Ci sono voluti milioni di anni per formare i depositi di petrolio; ma in poco più di cent’anni, da quando Drake ha trivellato il primo pozzo, un terzo delle riserve mondiali note della terra è già stato consumato ed è probabile che l’ingente domanda di petrolio non possa essere soddisfatta per lungo tempo.

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